Con molto piacere, tenterò di comunicare le mie impressioni sulle pagine di un
libro letto e riletto più volte, con sempre crescente interesse, dal giorno in cui mi
è stato generosamente donato dalla sua gentile autrice.
In realtà, non riterrei del tutto esatto parlare di impressioni, perché la raccolta di
poesie di Maria Rosaria Matrella “ Sì, forse… non lo so” edita da Edizioni del
Poggio, è, sì, un coacervo di stimoli a riflettere sulle peculiarità del tragitto
umano, trama fondante la vita stessa, ma, come solo raramente accade,
coinvolge il lettore in un’aura emozionale di straordinaria potenza. E’ questo che
voglio sottolineare: l’emozione che porta a condividere ( fino a sentirli propri )
i contenuti delle varie poesie; contenuti di forte impatto sentimentale ed
allo stesso tempo cerebrale, che emergono da un vissuto ( quello dell’Autrice ) di
dubbi esistenziali, di contraddizioni profonde, da una sorta di bipolarismo dello
spirito, ondeggiante tra sogno e realtà, euforia e disperazione, accettazione e
rifiuto, voglia di tenerezza ed incomunicabilità.
Sostanzialmente, il libro, che ogni lettore apprezzerà per la sua originalità e
bellezza,( “…è dalle tenebre / che si genera la luce”- M. R. Matrella -)oltre che
per la puntigliosa impostazione e il nitore del verso, al di là del suo indugiare
a suggestioni nichiliste, ai vari accenni alla precarietà della vita, all’impotenza
umana a determinarne gli eventi, alla considerazione leopardiana della natura
insensibile al dolore delle creature, il libro, dicevo, è un autentico monumento
all’Amore: quello, appunto, con l’iniziale maiuscola; quello, per intenderci,
dell’ Odi et amo di catulliana memoria; quello che innalza ed abbatte, esalta
e crocifigge, che, tra le sue morbide piume, nasconde la lama che ferisce, come
scrive Kalhil Gibran. E’ per questo amore osannato e vilipeso, mai così
grande e bello e duraturo come lo si vorrebbe, che la poetessa intesse la sua
meravigliosa poesia, con il supporto prezioso della memoria “ … costante e
sicura compagna / del tempo breve e lungo / della vita umana, / depositaria dei
più intimi /segreti dell’umano sentire / ”, scrive Maria Rosaria. Ed ancora : “ …
pachiderma che attraversi con il tuo / pesante passo la macro e la microstoria,/
forse la vita non è concepibile / senza quel filo rosso che / intessi con cura /
lasciando buchi nell’ordito / quando provochi troppo dolore.”
San Severo, 16-9-2013
Scritto da: Maria Teresa Savino